Pavé di sabbia
Oggi sono qui a spianare sabbia
sulla riva prima arsa dal sole
poi coperta di ghiaccio e folgori
uscite da nembi oscuri
spezzato il sale dei flutti che avvolge gli scogli
sento ora l’aria satura di senno deviato dal vento
e sarà forse solo un breve alito di mare
ma lo ascolterò anche stanotte
mentre salterò
da un lido all’altro
con le mie pupille
Vino
Solletica come fosse vivo
l’odore del vino rosso
che ruzzola come un corpo morto
giù nella gola secca
qui
ora che sono rinato
lontano le sponde del porto
moncate dalla salsedine
in queste giornate gonfie d’anima
vibrante il canto delle vele
in lontananza lungo la spiaggia
ecco che penso al senso delle cose
e mi stuzzica un bicchiere di vino
nel profumo della sera sul mare.
In piazza a Jesi
In questo spazio di notte la gente passa
una giostra gira
le sue luci fanno ombra ai bambini
voci che vivono
singhiozzano nella strada
passi di mille persone
su e giù
negozi stridono nel freddo
il mio sguardo si sposta
tra mattoni e finestre
l’occhio della macchina fotografica
fissa gli sguardi della vigilessa
bionda come il grano
mentre contemplo la via
dimentico di essere sveglio.
Mare
Sono andato a cercare il mare
in questi posti di sabbia e di monti
luoghi insoliti d’inverno
spettri che intravidi tempo fa
affiorano dalle nubi della memoria
ora radenti sulla spiaggia
erano svaniti dietro gli scogli lividi
brividi come il fiato che scivola lungo le vertebre
per ora sono desto
sento la marea grigia di questo freddo
poi si vedrà d’estate
se i fantasmi vorranno dissolversi di nuovo
oppure rimanere qui sul mare.
Sensazione
Mentre l'altare dorme
accarezzo le tue dita
e divento parte di te
come una goccia del tuo sangue
viaggio dentro di te
per ogni istante in cui ti sfioro.
Notte
Scariche di luna piena
che stirano i tendini
rimbalzano le anime stridule della notte
nel campo di grano che canta del passato.
Qui davanti alla finestra
non sento più note
ma odoro la luce dei miei ricordi
che balla e soffia come il vento
ritorno di immagini
ritorno di vecchie sensazioni.
Sulla riva
Che la notte viva del mare.
Mi abbronzo alle stelle fisse
volando tra ombre di luna
i suoni dei frangenti nuotano nella brezza
le spalle alle stelle della città
si che il giorno è scomparso
ma è risuonato il mare
l’acqua ritorna a terra
tra carmi negli scogli
scrosci di sale e profumi d’alga
in un silenzio di sabbia
si sposta il suono della spuma
che travisa note di calma
io ballo in quest’altare di sassi
sorridendo a bianche figure d’acqua.
Visioni
Sospiro calmo
di languide menti
che ridono nel caldo manto
di queste cime azzurre
e corrose dal vento.
La mente scivola
ricordi leggeri come il mare
i pensieri polline nell’aria
ristorano le visioni pallide salite dall’acqua
mi circonda il coro che viene dalla pianura
ed il silenzio che canta ricopre questi sguardi
le mie visioni sono finite qui,
in un batter d’occhio.
Parole e note ad Elena
Ascolta il soffice fiato
di queste morbide parole
che scortano la luce dei tuoi occhi
e si dondolano sulla tua bellezza.
Essa accarezza il mio animo
quanto questa sonata accarezza il tuo.
Speranza
Chissà se un giorno le
stelle scenderanno
a terra.
Chissà se le
lucciole
che nuotano sotto le nuvole
scandiranno il mio tempo
danzando con le stelle
nella notte.
Chissà se accenderanno
lumi bianchi
nei sogni
che ancora vibrano sotto la mia pelle.
Chissà se un giorno le
stelle si accorgeranno
che io le guardo
ogni volta che cerco luce
nel mio silenzio.
Sorriso
Nel campo
inchiostrato di girasoli
tu
che mi illumini
col tuo sole
in questa calda giornata
di stelle gialle.
D’ora in poi
la notte
scenderà solo nei sogni.
Vacuità
Incontri
rapidi
di persone
vaganti
nel mare
della città
d’inverno
suonano
vaghe amicizie
per caso nate
subito morte.
Pioggia
Mentre l’acqua crepita
nell’acqua
vedo in questa pozza
le colline
bagnate di nubi
che affondano nel tempo
come io affogo nell’acqua.
Amore
Mi abbandono
in questo letto
di sentimenti
viaggiando
nelle valli
soleggiate
del tuo corpo,
dimentico
la mia dimora.
Mostra di foto
Penetro
nel paesino
di questa foto,
rinchiuso
nella chiesa sconsacrata,
colorata
di immagini di campagna
ombre del mezzo pomeriggio,
contadini seduti
ad aspettare niente,
anatre immobili
senza rumore,
chiaroscuri chini
verso l’altare
vuoto,
alberi come statue
indelebili,
ombre fisse,
nonostante corra l’orologio
mi corrono i pensieri
nelle strade
nella polvere
nelle immagini
di luci ferme
nei cavalletti.
A Gloria
Gloria a te
che riscaldi
la mia landa
gelata
dal freddo monsone
dell’inquietudine
con il colore
d’una rosa
in luglio.
(Pubblicata nel numero 158 del
30/01/99 di “Specchio” de “La Stampa”)
Un ghigno nervoso
attraversa il sorriso
di quell’uomo dipinto di bianco,
con le mani incrociate
sopra la testa lucida,
rannicchiato nella sua posa.
Guarda l’angolo spoglio
della sua stanza,
bianca,
cercando di capire.
C’è solo quella smorfia
che rimbalza nel muro.
Carezze
Il soffio dell’acqua viva
sfiora i miei piedi nudi
li accarezza con il dolce tatto
di una foglia cadente
che si appoggia alla nebbia d’autunno
ritornano in mente
le corse del vento nei campi di grano
prima di un temporale
in campagna
la sabbia delle dune nel deserto
in perenne viaggio verso chissà dove
le forme delle nubi trascinate dal vento
anime di molte figure
solletica questa sensazione pulsante di tenerezza
che nasce e muore ad ogni istante
sulla battima dorata
in luglio
Campi incolti
Le frasche danzano
al vento
e la polvere salta
nel terreno
quasi giallo e crepato
d’agosto.
Io rivedo il sogno
della mia amata
ormai
fuggita
che accompagna
sorridendo le fronde e la sabbia
nel loro
viaggio
perennemente immobile.
Di qua e di là,
il sole a picco
partecipa a questa lieta festa di
moti fissi.
Le poche esili ombre
dei grovigli
lì vicino da lontano
vedono
e sorridono a costei
come ad un salice
che balla al libeccio.
Ella muove all’unisono
sterpi
nel deserto
del mio animo
per l’ultima volta,
prima di fuggire di nuovo
lassù,
nei campi incolti.
Mercato a San Lorenzo
La gente passa
tra voci nelle botteghe e profumo di cuoio
ogni tanto un suono diverso
una bicicletta scorre tra queste pareti sudate di storia
piccioni beccano briciole sulle pietre
scalpitio di tacchi a spillo tra sole ed ombra.
In questo posto di mercanti
senza rumore
scivola lo sguardo.
Ritorno
Goccia di luna
che schiarisci l'iride
ricordami come son chiari
i lampi
nel lago di luce
che circonda il mio cuore.
Sai tu farmi vivere
l'istinto del primo giorno
in cui venni in chiaro
nuotando nel limpido umore
di un'incontro
sorto quasi per caso.
Ricordo i tuoi bagliori
come fossi lì
nel passato.
L’altra metà del mondo
Avrei voluto
tu dicessi
"facciamo due passi?"
Avrei detto
"si"
con tutte le i di questo mondo
Visioni
una scrivania
una biblioteca
non i pallet o gli scaffali con gli utensili
laggiù
nel gabbiotto dei ricevimenti
la foto di una ragazza
come il carrello elevatore
fermo tra gli scaffali del magazzino
lattine di nafta consunta
lasciate lì per terra
scatole vuote
lascia che passi
l'aria di magazzino
lettere sporche con carta bianca
scivolano sul grasso degli ingranaggi
nel frattempo ho finito le ultime pagine
di quel libro.
Ne inizierò un altro
tra i turni di lavoro
domani
Un altro domani
Ho visto il sole
sostare
sopra creste d'onda a ponente
scivolare dietro la salsedine di ottobre
mentre dall'alto gabbiani
gridavano "cibo"
appena appena nascosto
sotto tronchi di alberi
ormai spenti
dal caos.
Domani ci sarà un nuovo acquarello
in questa baia
ed io lo ascolterò ancora.
Biciclette
in un universo parallelo
ci siamo innamorati come in un film
ti ho sposata,
ora che ti vedo
fin qua da chissadove
da un altra dimensione
o semplicemente
dalle ringhiere
del cavalcavia di via Togliatti,
passano le biciclette
che spezzano i battiti del cuore
un po' si un po' no
come fosse sempre fermo
nel momento
in cui i tuoi occhi
abbagliano
i miei
Domani
domani
mi sorprenderò di nuovo
guardando il tramonto
con i gabbiani intenti a cercar cibo
tra rifiuti di plastica
schizzi di alghe
come dipinti sulla battigia
cambiano in ogni istante
come tronchi galleggianti
coperti di uccelli
che cibo non hanno trovato
domani seguirò di nuovo
i colori del girasole
che appassisce
piano piano
verso la notte
Per un istante
C'è un sole
nel tuo sorriso
di questa mattina
quando ti vedo
e quando ti parlo
per un'istante
dal limite delle porte
della linea 2
Partenza
non preoccuparti di questa valigia
che ora parte senza di me
non sai dove si fermerà
non andare a cercarla
e stai qui con me
così mi dimenticherò
di fare il biglietto
per andare a riprenderla
Sabbia
Quando sarò desto
vedrò il mio tratto di mare
laggiù
dietro a detriti di civiltà
e un bastoncino
tra le alghe arrugginite di sabbia nera
per disegnare i sogni svaniti
nella sabbia
come fossero parole sulla carta bagnata
poi le lettere si alzeranno
e voleranno fino a ricordi perduti
nei grattacieli consunti
di questa città d’autunno
Picnic
Due ombrelli e due biciclette, un cestino di frutta
uno con la verdura e l’insalata di riso
fin lassù sulla collina
sorrisi tra i raggi del sole e girasoli che ci voltano le spalle
i tuoi occhi verdi come fossero altri prati
dipinti a schizzo dietro le ombre dei platani
i tuoi capelli biondi che scivolano sulle ginestre
appena appena mossi dal libeccio
e splenderai come le primule sotto casa
in questa giornata di agosto.
Primo mattino
Licenide?
che cosa strana, questa crisalide attaccata al geranio sul balcone, assomiglia ad un’astronave…
o forse...qualche astronave l’hanno disegnata guardando le crisalidi…
le gocce di rugiada nella città ad ottobre sono appoggiate anche su di lei, riflettono il sole del mattino come fossero degli scudi spaziali aperti contro l’attacco del Siloni o dei Klingon…
e corrono lungo i suoi bordi piano piano fino a cadere a terra, alcune rimangono lì, aggrappate a questa strana astronave, sicure di essere... sicure, ed in attesa di consumarsi lungo il mattino…
la foglia di geranio che la sorregge ciondola nella brezza che scivola sul balcone, come uno yo-yo
su giù, giù su...
una piccola ombra che passa sulle piastrelle del balcone, va e viene tra una piastrella e l’altra, come un metronomo silenzioso che scandisce le battute di questa mattina, e va fuori tempo rispetto ai rumori delle auto che circolano sulla strada.La guardo cigolare nello spazio mentre cerco una simmetria con qualche suono che arriva dalla strada, forse il ticchettio del semaforo per i ciechi oppure il suono dell’antifurto del vicino partito per sbaglio,
tutti rumori ed immagini che finiscono quando il profumo del caffè sul fuoco mi ricorda che una nuova giornata ha inizio.
Pensiero
Vorrei essere
una gocciolina del tuo sangue
mentre mi specchio
nei tuoi occhi
gocce di luna
della mia notte.
Sorge il sole
finiscono i sogni
resti tu
nei miei pensieri.
Filastrocca
Un bacio ed un sorriso
al tuo bel viso
una carezza
abbagliato
dalla tua tenerezza
non so più che dire
chissà…
con te vorrei fuggire.
Amore
Mi abbandono
in questo letto
di sentimenti
viaggiando nelle valli soleggiate
del tuo corpo
dimentico la mia dimora
Tempo
Le foglie secche d’autunno
friggono
sotto i miei piedi nudi
correndo verso l’inverno
e intanto
inseguendo la primavera
odoro lontano il profumo dei colli
ricolmi di peschi
arsi di una calda giornata
d’estate.
Fotografia
La macchinina lasciata da ieri sotto l’armadio
lì
con i frammenti di un guscio di noce
tra la polvere del comò
raggi di sole appena visibili
dietro le ragnatele dello sgabuzzino
ed una goccia di sudore
che cade sul tappeto
tutte cose accarezzate dalla brezza
di una mattina di giugno
e sono come i pensieri
che rimbalzano
un poco
tra pareti e parquet consunto dal tempo
In un attimo
Odora di seta al tatto
questo lembo di mare
che invade i miei pensieri
tutte le volte
che apro la finestra
a oriente.
I tuoi occhi
Nei tuoi occhi
intravedo prati ornati da fiori
che cantano e danzano al sole
e mentre le fronde lì intorno
mi accarezzano
come mi lambisce
il tuo respiro
sento che continuerò ad ammirare
questi prati di mille colori.
Metropoli
lacrime che rimarranno lì
in una pozzanghera di benzina
cerchi che scompaiono
nello specchio oleoso
e questa notte
segni sul cuscino del letto
domani
la rugiada e le margherite un po' sporche
di quell’aiuola laggiù
a lato del marciapiede nero di smog
saranno i raggi di luce
di un’altra giornata sotto grattacieli
tra taxi gialli e ventiquattrore
che ballano
su strisce pedonali
Rinchiuso
Manca l’aria in questo intorno
là fuori il sapore di una foglia
che scende dal suo ramo
mi ricorda le corse tra gli alberi
le scarpe che si tuffavano nelle foglie
le mie braccia imitavano rami
mentre i raggi del sole filtravano tra queste ombre
l’anima si colorava di verde
ma ora manca l’aria
foglie, rami, alberi
sono nascosti chissà dove
il mio corpo rimugina
in un bagno di sole
che rimbalza come una mosca
tra una parete e l’altra.
Balugine
Una finestra cigola lontano
e tende ballano sui balconi
guardo scendere schizzi
di sole a mezzogiorno
prima nascosti dal temporale
ora carichi di spuma
sangue di mare
colpito dalla grandine
di fine agosto
Scogli
Non ero desto
stamane
quando l’alito di ostro
accarezzava
le mie pupille
fisse
sulle rocce di confine
al porto.